martedì 23 aprile 2013

LIBRI: SILVIA METZELTIN – POLVERE NELLE SCARPE

Titolo: Polvere nelle scarpe. Storie di Patagonia

Autore: Silvia Metzeltin

Editore: Corbaccio

Collana: Narratori Corbaccio

Prima edizione: 2002

Anno di Pubblicazione: 2002

Pagine: 153

Prezzo: euro 13,00

Una raccolta di racconti incentrata piú sulle persone della Patagonia che sui suoi luoghi, anche se le due cose vanno di pari passo: la Patagonia forgia i temperamenti umani come forse pochi altri posti di questo pianeta e dunque parlare delle persone che abitano queste terre vuol dire, in fondo, parlare di Patagonia.

Come scrive Mario Rigoni Stern nella prefazione al libro, "Forse (la Patagonia) é il luogo abitato più selvaggio della Terra. Più selvaggio, non più freddo, o più caldo, o desolato e difficile: primitivo forse, ma libero e spazioso, sicuro per chi sa adattarcisi e si accontenta della libertá".

Gli uomini e le donne che compaiono nei raccolti della Metzeltin, incontrati durante i suoi 22 viaggi in quelle terre desolate, sono persone sì libere, ma spesso fortemente malinconiche. Sono persone povere, che conducono vite a volte miserabili. Ma sono persone cariche di dignità, lontane dall'inquinamento sociale del mondo urbanizzato, cui alcuni sembrano ambire ma nemmeno così convintamente.
É difficile trovare un minimo comune denominatore tra i caratteri degli uomini e delle donne presentatici dall'autrice.
Eppure, sia che si parli di un peon, un lavoratore di campo, o di un ladro di cavalli si avverte sempre quello spirito.

Tra le storie più malinconicamente coinvolgenti, quelle del peon innamorato, che non si capacita di come la sua proposta di matrimonio possa venir rifiutata, e quella di Maria Luz Miranda e di come cambia la sua vita una volta affidatole, incautamente, a lei, donna di Patagonia, un carnet di assegni.
Ci sono storie drammatiche di figlie vendute fanciulle per pagare la riparazione di un tetto, o di uomini condannati a morire, per malattie terminali, ma che hanno ancora da insegnare a chi é più giovane.
Spesso i racconti hanno per protagonisti alpinisti o altre persone straniere che si rapportano con la gente del posto: del resto é solo con l'incontro tra due culture diverse che si riescono a cogliere i caratteri di ciò che é altro.

Un libro interessante, che forse sarebbe meglio leggere sul posto, per chi ha la possibilitá di andarci, così da potersi immedesimare appieno nello spirito di fondo e calare in una realtà sociale e umana che sembra lontana ma che in realtà è latente in ognuno di noi.

venerdì 19 aprile 2013

FILM: PICCOLE STORIE di CARLOS SORIN

Titolo: Piccole storie (Historias minimas)

Luogo e anno di produzione: Argentina 2002

Regia: Carlos Sorin

Sceneggiatura: Pablo Solarz

Fotografia: Hugo Colace

Colonna sonora: Nicolas Sorin

Cast: Javier Lombardo, Antonio Benedicti, Javiera Bravo

Durata: 92’

Lingua: disponibile in italiano

Sinossi: Patagonia argentina, provincia di Santa Cruz. Tre persone, tre diverse generazioni, in viaggio verso Puerto San Julian per tre differenti motivi. Il vecchio Don Justo per cercare il suo cane, che lo aveva abbandonato e che custodisce il suo segreto. Roberto, un rappresentante di commercio innamorato di una cliente vedova, per portare una torta di compleanno al figlio di lei. E infine Maria Flores, giovane madre di povera estrazione sociale, per partecipare a un gioco a premi in una trasmissione tv...

Terzo lungometraggio, in poco più di 15 anni, del “regista della Patagonia” Carlos Sorin, dopo “La Pelicula del Rey” e il meno riuscito “Fergus O’Connell – Dentista in Patagonia”.
Questo film delicatamente minimalista è un piccolo capolavoro di lentezza e quotidianità.
Le “piccole storie” sono in realtà storie di una drammatica eccezionalità per chi le vive. Quell’eccezionalità di chi conduce una vita modesta e si trova a dover fare i conti con l’imprevisto.

La Patagonia è terra di viaggi. Gli spazi da coprire sono enormi e il viaggio è necessità anche per chi in quelle terre ci abita tutto l’anno. Ma il viaggio è, per chiunque, scopo e pretesto, come ci insegna Chatwin, per la ricerca e la scoperta, non solo dell’altro e dell’altrove, ma soprattutto di se stessi.
Don Justo e Maria Flores trasmettono efficacemente il travaglio interiore legato alla scelta di partire. Le resistenze da superare per la naturale propensione alla stanzialità sono sempre enormi e legate ai motivi più disparati. Eppure alla fine l’impulso a partire si fa strada, superando gli ostacoli.

Sorin accompagna il viaggio con dialoghi apparentemente vaghi ma anche con i silenzi. A tratti ricorda il Bergman de Il posto delle fragole, con l’aplomb scandinavo sostituito dal lento fatalismo tipico dei caratteri temprati dai venti della Patagonia.

Il relativismo geografico negli occhi innocenti di Maria Flores: l’insignificante crocevia che è il paesino di Fitz Roy e l’altrettanto insignificante cittadina di Puerto San Julian sembrano due mondi diversi e lontani.
La quotidianità scossa dalla partecipazione alla trasmissione tv, con gli occhi della ragazza che scintillano di una gioia ineffabile.

Una regia dinamica, che privilegia i primi piani e il particolare, e regala a tratti qualche inquadratura memorabile.
Una splendida fotografia che esalta i paesaggi della Patagonia centrale, in quel tratto della Ruta 3 poco trafficato dai turisti e molto dai camionisti. Tra i film che ho visto ambientati in Patagonia questo è probabilmente quello più riuscito da un punto di vista paesaggistico.

Sorin si è servito di attori non professionisti, eccezion fatta per il personaggio di Roberto (che è infatti forse quello meno autentico). Il fatto che uno dei punti forti di questo film sia proprio l’interpretazione è un piccolo miracolo.
L’apatica espressività di Don Justo è eccezionale, e fatico ad immaginare una identica resa da parte del più consumato degli attori.
Quello sguardo carico di dignità ed esperienza non si può inventare dal nulla.
Solo la vita può forgiare due occhi come quelli di Don Justo.

venerdì 12 aprile 2013

FILM: PATAGONIA di MARC EVANS

Titolo: Patagonia

Luogo e anno di produzione: UK 2010

Regia: Marc Evans

Sceneggiatura: Laurence Coriat; Marc Evans

Fotografia: Robbie Ryan

Colonna sonora: Joseph LoDuca

Cast: Matthew Rhys, Marta Lubos, Nahuel Pérez Biscayart, Duffy

Durata: 119’

Lingua: gallese, inglese e spagnolo con sottotitoli in inglese

Sinossi: Due donne, un'anziana signora argentina e una giovane gallese, intraprendono due viaggi opposti: la prima vola dalla Patagonia al Galles, alla ricerca delle proprie origini; la seconda, viceversa, dal Galles alla Patagonia per seguire il compagno fotografo…

La storia dei gallesi che colonizzarono la valle del Chubut, nell’alta Patagonia argentina, é una storia di illusioni e delusioni, di tenacia, fede e perseveranza.

Questo commovente film gallese vi accenna appena con qualche cartello introduttivo, ma lo spirito che trasuda dai protagonisti é esattamente lo stesso di quei coraggiosi e incoscienti pionieri.

Viaggiare per scoprire sé stessi.

Viaggiare per riscoprire le proprie origini.

La giovane gallese che segue il suo compagno fotografo in Patagonia soffoca nel tradimento il dolore della scoperta della propria infertilitá, per poi rifugiarsi nella ricerca, fine a sè stessa, di una remota localitá andina.
L’anziana signora che abbandona la Patagonia per ritrovare la fattoria da cui partì sua madre, nel nord del Galles, é alla disperata ricerca di un’identitá perduta, imprigionata nello sguardo nostalgico di sua madre.

Passato, presente e futuro si incrociano continuamente nella grande metafora della Vita…

Un film interessante, che strizza l’occhio ai sognatori e ai cultori dell’on-the-road, con una azzeccata colonna sonora e qualche piccolo tocco stilistico che sfocia nello psichedelico, pur senza mai distrarre eccessivamente.
Il resto lo fanno i paesaggi incantevoli della Patagonia, che riempiono il cuore di una straripante, gioiosa solitudine.

giovedì 11 aprile 2013

LIBRI: JULIA SALTZMANN – LEGGENDE DELLA PATAGONIA

Titolo: Leggende della Patagonia e altri racconti tradizionali argentini

Autore: Julia Saltzmann

Editore: Mondadori

Collana: Oscar varia

Prima edizione: 1996

Anno di Pubblicazione: 2003

Pagine: 136

Prezzo: euro 7,40

La Saltzmann è un’esperta di folklore sudamericano e ha raccolto in questo volumetto una buona selezione di miti e leggende di due dei principali popoli indigeni della Patagonia, i Tehuelches (gli originari “Patagoni”) e i Mapuches.

Si passa dalle leggende escatologiche sulla creazione, a quelle sulla nascita di determinati luoghi e/o usanze (come quella del mate, la nota bevanda argentina che si consuma quasi come un rito), a quelle che spiegano la natura fisionomica di alcuni animali locali (la testa calva del condor piuttosto che l’esistenza di uccelli inadatti al volo).

Riguardando soltanto quei due popoli, la maggior parte delle leggende è ambientata nella regione di Neuquen, dunque nella zona più a nord della Patagonia. Il che purtroppo taglia fuori le più celebri zone del sud nonchè la Tierra del Fuego e le isole circostanti.

Sebbene quella della Saltzmann sia soltanto un’antologia di racconti presi qua e là, è comunque apprezzabile il lavoro di fondo di salvataggio di queste tradizioni orali, tramandate per secoli e che diversamente sarebbero destinate all’oblio, soprattutto in quei casi in cui le stesse riguardano popoli estinti o quasi (come per i Tehuelches, quanto meno con riferimento ai purosangue).

Un libro molto di nicchia, consigliabile soltanto agli appassionati di folklore e mitologia, oppure a chi volesse approfondire la cultura Mapuche o Tehuelche, o le leggende che ruotano attorno alla zona di Neuquen e del Parco Nahuel Huapi.

mercoledì 10 aprile 2013

LA PATAGONIA - BREVI CENNI DI GEOGRAFIA FISICA E POLITICA

La Patagonia è una regione geografica, che occupa la parte meridionale del Sud America, ripartita tra Argentina (per oltre il 75%) e Cile (meno del 25%).

Mappa della Patagonia

Una regione geografica e non politica, il che rende tutto sommato incerti i suoi confini (ho trovato più di una versione sulla possibilità che alcuni territori fossero da includere o meno). Nella maggior parte dei casi si fa riferimento alla Patagonia come il territorio:

- per quanto riguarda la parte cilena: a sud del fiordo di Reloncavì, e in particolare a sud della provincia di Llanquihue (e dunque a partire dalla provincia di Palena, nella regione di Los Lagos, e fatta esclusione per la provincia di Chiloè, che occupa l’omonima isola);

Mappa della Regione di Los Lagos - Contornata in giallo la Provincia di Palena
 - per quanto riguarda la parte argentina: a sud del Rio Colorado, che parte dalle Ande e sfocia nell’Atlantico all’altezza della provincia di Buenos Aires.

Mappa del nord della Patagonia Argentina -
In rosso il Rio Colorado, in giallo il Rio Negro e il confine dell'omonima provincia

Secondo altre fonti, tuttavia, il confine nord della Patagonia argentina coinciderebbe con le province di Rio Negro e di Neuquen, con esclusione dunque di quella parte della provincia di Buenos Aires compresa tra i fiumi Rio Colorado e Rio Negro.


Mappa alternativa della Patagonia argentina - In giallo la parte della provincia di Buenos Aires esclusa
 In base a questa versione, il Partido (Dipartimento) di Patagones e il suo capoluogo Carmen de Patagones non farebbero parte della Patagonia, nonostante il riferimento nominalistico.

Vi è inoltre una relativa incertezza con riferimento ai confini sud:
- secondo la versione prevalente, la Patagonia include la Terra del Fuoco e le altre isole circostanti, argentine e cilene, fino a Capo Horn;
- secondo una versione più risalente, oggi minoritaria, il confine sud si fermerebbe invece allo stretto di Magellano (escludendo dunque le suddette isole).
 
Il sud della Patagonia:
l'Isla grande de Tierra del Fuego separata dal continente dallo Stretto di Magellano

Vi è infine chi, soprattutto in Argentina, include nel territorio della Patagonia le Islas Malvinas (meglio note come isole Falkland - ma guai a chiamarle così in presenza di un argentino! -).

Isole Falkland / Malvinas

Formalmente annesse al Regno Unito a partire dal 1833, sono da allora rivendicate dall’Argentina, che è arrivata a tentarne l’invasione militare nel 1982, seppure invano (vedi cenni storici).

L’incertezza sui confini comporta, come conseguenza, un’incertezza sull’estensione e sulla popolazione della regione: facendo una media approssimativa tra le varie versioni, si può dire che la Patagonia ha una superficie di circa 1.000.000 di kmq, oltre tre volte quella dell’Italia, con una popolazione che si attesta attorno ai 2.000.000 di abitanti.
I circa 2 abitanti per kmq che se ne ricavano, danno fin da subito l’idea di quanto queste terre siano disabitate, ancor di più se si considera che la maggior parte della popolazione è concentrata in grandi centri urbani come Neuquen (circa 230.000 abitanti), Comodoro Rivadavia (circa 170.000), Punta Arenas (circa 130.000), Bariloche, Trelew, Rio Gallegos e Puerto Madryn (attorno ai 100.000 ciascuna).

La Patagonia include le seguenti province/regioni politiche:
- in Argentina, dalla più settentrionale alla più meridionale: le province di Neuquen, Rio Negro, Chubut, Santa Cruz e quella di Tierra del Fuego, Antartida e Islas del Atlantico Sur (oltre a una parte della provincia di Buenos Aires, qualora considerata);
- in Cile, sempre da nord a sud: la provincia di Palena della Regione dei laghi, la Regione di Aysen e la Regione di Magallanes e Antartica chilena.